martedì 22 ottobre 2013

Post-it — Bambini XXL


Non è mai troppo tardi per intervenire e cercare di evitare le malattie metaboliche! Un aumento eccessivo del peso corporeo fino a cinque anni di età è un fattore di rischio molto importante per le malattie metaboliche in adolescenza. Il peso del bambino a cinque anni di età è in grado di indicare quale sarà il suo peso a nove anni e in adolescenza, e le condizioni del metabolismo a nove anni possono prevedere il rischio futuro del diabete, insulino-resistenza e malattie cardiovascolari.


Il sovrappeso e l’obesità infantile sono una vera e propria epidemia infantile. Le errate abitudini alimentari, la sedentarietà e l’inattività fisica favoriscono l’aumento di peso, soprattutto se concomitanti. Non ci resta che  investire sulla prevenzione per aiutare i nostri bambini a diventare adulti sani e sereni.

Per approfondimenti:
G. Trapani – Bambini XXL – Giunti, 2013

giovedì 17 ottobre 2013

Post-it – The Eat-a-Bug Cookbook

They had another Dish made of a sort of Locusts, whose Bodies were about an Inch and a half long, and as thick as the top of one’s little Finger; with large thin Wings, and long and small Legs. At this time of the Year, these Creatures came in great swarms to devour their potato-leaves, and other herbs; and the Natives would go out with small Nets, and take a Quart at one sweep. When they had enough, they would carry them home, and parch them over the Fire in an earthen Pan; and then their Wings and Legs would fall off, and their Heads and Backs would turn red like boil’d Shrimps, before being brownish. Their Bodies being full, would eat very moist, their Heads would crackle in one’s Teeth. I did eat once of this Dish, and liked it well enough but their other Dish my Stomach would not take.
—William Dampier on bug eating in the Bashee Islanda, A new Voyage Round the World (1687)



Baco da seta in agrodolce, grilli croccanti, scaloppine di scorpioni, sono solo alcune delle striscianti ricette in cui l’autore americano e cuoco naturalista David George Gordon trasforma grilli, cavallette, e loro parenti in piatti invoglianti.

Per approfondimenti:
D. G. Gordon – The Eat-a-Bug Cookbook – Random House LLC, 2013

martedì 9 luglio 2013

Hamburger di fagioli neri




Dopo le salsicce di lenticchie e le polpette di ceci non potevano mancare gli hamburger di fagioli neri.
Nella foto sono appoggiati su un letto di zucchine, melanzane e peperoni cotti al forno.
Ingredienti
  • 300 g di fagioli neri lessati
  • 1 buccia di limone grattugiata
  • peperoncino piccante in polvere
  • zenzero
  • curcuma
  • prezzemolo
  • sale
  • un cucchiaio di olio extravergine d’oliva
Preparazione
Schiacciare i fagioli con le mani per eliminare il brodo di cottura.
Unire ai fagioli neri una buccia di limone grattugiata, il peperoncino piccante in polvere, lo zenzero, la curcuma, il prezzemolo, il sale e il cucchiaio di olio extravergine d’oliva.
Amalgamare bene tutto il composto e formare degli hamburger.
Porre gli hamburger su una teglia rivestita con carta forno e infornare per rosolare la superficie esterna.
Sono sufficienti 7-8 minuti di cottura a 180°C.
Valore nutrizionale
I fagioli neri hanno un forte valore nutritivo, in quanto in 100 g di fagioli secchi a crudo contengono un quantitativo di proteine paragonabile a un etto di carne; oltre ad avere un discreto quantitativo di minerali e oligoelementi.
100g di fagioli neri secchi, forniscono :
  • 269 Kcal
  • Acqua 9,1 g
  • Proteine 23,1 g
  • Lipidi 1,2 g
  • Carboidrati 41,5 g
  • Fibre 17,3 g
  • Minerali 3,5 g
  • Sodio 9 mg
  • Potassio 170 mg
  • Ferro 6800 μg
  • Calcio 90 mg
  • Fosforo 365 mg
  • Vitamina A 6 μg
  • Carotenoidi 35 μg
  • Vitamina K 130 μg
  • Vitamina B1 490 μg
  • Vitamina B2 230 μg
  • Vitamina B6 200-1100 μg
  • Folacina 140 μg
  • Vitamina C 3 mg
Consigli
Gli hamburger di fagioli neri, le polpette di ceci e le salsicce di lenticchie si possono utilizzare al posto della carne per far mangiare i legumi anche ai bambini.

Fonti:

Articolo scritto per la Scuola di Ancel: www.lascuoladiancel.it

mercoledì 3 luglio 2013

POLPETTE DI CECI


 
Il mio ultimo viaggio verso la Puglia non era ancora concluso, quando ho approfittato per chiedere al mio amico e attore Gabriele Granito, esperto di cucina, come si potessero recuperare gli avanzi dei ceci.

Di lì mi sono lasciata conquistare da questo delizioso piatto che ho subito realizzato e che vi fotografo ancora fumante.

Ingredienti

  • 300 g di ceci lessati
  • 1 cucchiaio di parmigiano
  • 3 cucchiai di pane integrale raffermo grattugiato
  • 1 cipollina grattugiata
  • prezzemolo
  • noce moscata
  • curcuma
  • sale
  • pepe
  • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
  • 125 g di polpa di pomodoro (fresca o conserva)

Preparazione

Schiacciare con una forchetta i ceci precedentemente lessati nel brodo vegetale.
Unire ai ceci la cipolla grattugiata, il parmigiano, il pane raffermo grattugiato, il prezzemolo, la noce moscata, la curcuma, il sale, il pepe e l’olio extravergine d’oliva.
Amalgamare tutto il composto e formare delle polpette.
Rosolare le polpette in una padella con un filo di olio extravergine d’oliva e, infine, colorarle e insaporirle con la polpa di pomodoro precedentemente riscaldata.

Valore nutrizionale

I ceci sono ricchi di vitamine, minerali, fibre, polifenoli e sono il legume più ricco di acidi grassi polinsaturi, i ben noti acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6.

100 g di ceci secchi, crudi (corrispondenti a circa 250 g di ceci lessati) forniscono:

  • 316 Kcal
  • Acqua 10,3 g
  • Proteine 20,9 g
  • Lipidi 6,3g
  • Acidi grassi polinsaturi 3,46 g
  • Acido linolenico 0,13 g
  • Acido linoleico 3,33 g
  • Carboidrati 46,9 g
  • Zuccheri solubili 3,7 g
  • Fibre 13,6 g
  • Sodio 6 mg
  • Potassio 881 mg
  • Ferro 6,4 mg
  • Calcio 142 mg
  • Fosforo 415 mg
  • Vitamina B1 0,30 mg
  • Vitamina B2 0,10 mg
  • Vitamina B3 2,50 mg
  • Vitamina A et eq. 10μg

Consigli

Per rendere un pasto completo, consiglierei di aggiungere alle polpette di ceci una porzione di cereali a base di farro, orzo o avena.

Curiosità

Il nome scientifico dei ceci è cicer arietinum.
Il nome di Cicerone deriva dal cece, perché un suo antenato aveva una verruca a forma di cece sul naso.

 

Fonti:

 
Articolo scritto per la Scuola di Ancel: visita anche il sito: www.lascuoladiancel.it
 

venerdì 21 giugno 2013

Post-it LE BUGIE NEL CARRELLO



Cos’è esattamente il Kamut? Perché è meglio non mangiare troppo tonno? Le patate al selenio fanno bene alla salute? La mortadella 100 per cento naturale esiste?

Scopriremo, tra l’altro, che l’equazione «naturale = buono» è uno dei pregiudizi più radicati e più usati dalla pubblicità, che un prodotto che l’etichetta descrive come a «chimica zero» i conservanti li contiene, che il prezzo di una bottiglia di vino ne influenza l’apprezzamento e che il tonno più buono non si taglia con un grissino.



Per una spesa più consapevole Dario Bressanini, autore del libro Pane e Bugie, ci aiuta a sfatare miti, leggende e trucchi del marketing nascosto dietro le etichette dei prodotti.



Per approfondimenti:

D. Bressanini — Le bugie nel carrello — Chiarelettere, 2013

Visita anche il sito: www.lascuoladiancel.it

lunedì 10 giugno 2013

Salsicce di lenticchie


 
Durante un viaggio verso la mia Puglia, un caro amico nonché bravo attore, Gabriele Granito, mi ha raccontato di come ha potuto creare una nuova e originale pietanza, recuperando delle lenticchie che gli erano avanzate il giorno prima, risparmiando così anche del tempo!
Ed ecco a voi le salsicce di lenticchie, saporite come delle vere salsicce di carne.

Le ho provate prima io e contenta del gusto, del risultato e del valore nutrizionale vi propongo la ricetta.

Ingredienti

  • 300 g di lenticchie lessate
  • 1 uovo
  • 30 g di pane integrale raffermo grattugiato
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 manciata di fior di finocchio
  • peperoncino
  • sale
  • pepe
  • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva

Preparazione

Frullare metà delle lenticchie e schiacciare con una forchetta, in modo più grossolano, l’altra metà.
Unire alle lenticchie l’aglio tritato, l’uovo sbattuto, il pane raffermo grattugiato, il fior di finocchio, il peperoncino, il sale, il pepe e l’olio extravergine d’oliva.
Amalgamare tutto il composto e formare delle salsicce.
Infine, rosolare le salsicce in una padella con un filo di olio extravergine d’oliva.

Valore nutrizionale

Le lenticchie sono un’ottima fonte di proteine a medio valore biologico, se paragonate alla carne, in quanto non contengono tutti gli amminoacidi essenziali di cui l’uomo necessita. Per questo, per completare questa deliziosa ricetta, basterà aggiungere dei cereali integrali; suggerirei delle fettine di pane integrale tostato, per compensare le carenze amminoacidiche, e il risultato finale diventa un piatto ad alto valore biologico e quindi una valida alternativa a un piatto a base di pesce o di carne.

100 g di lenticchie, secche, crude forniscono:

  • 291 Kcal
  • Acqua 11,2 g
  • Proteine 22,7 g
  • Lipidi 1 g
  • Carboidrati 51,1 g
  • Zuccheri solubili 1,8 g
  • Fibre 13,8 g
  • Sodio 8 mg
  • Potassio 980 mg
  • Ferro 8 mg
  • Calcio 57 mg
  • Fosforo 376 mg
  • Vitamina B1 0,47 mg
  • Vitamina B2 0,20 mg
  • Vitamina B3 2 mg
  • Vitamina A et eq. 10 μg

Consigli

Aggiungere alcune gocce di limone direttamente sui legumi o nell’acqua bevuta durante i pasti; oppure concludere il pasto con un kiwi, un’arancia o dei frutti di bosco per un miglior assorbimento del ferro.

 

Fonte:

Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) — Tabelle di composizione degli alimenti

Articolo scritto per la Scuola di Ancel: www.lascuoladiancel.it

lunedì 4 marzo 2013

Post-it — Il Marinaio goloso


Una storia e una leggenda

Anche se nelle storie di navigazione gli accenni al cibo di bordo sono molto scarsi, due esempi ci permettono di avere qualche chiarimento. Nel racconto di Antonio Pigafetta, che scrisse il diario del viaggio di Magellano intorno al mondo (1519-22), il vicentino riferisce che, finite le scorte di cibo, l’equipaggio sopravvisse mangiando il cuoio e le corde di bordo.
Decisamente meno drammatico è, invece, il racconto leggendario sull’origine della famosa farinata genovese. Sembra che nel 1284, durante la battaglia navale della Meloria in cui i genovesi distrussero la flotta pisana, la confusione e lo squasso nelle stive fosse tale che l’acqua si mescolò alla farina di ceci formando un unico impasto. Una volta assaggiato, divenne un tipico piatto marinaresco.

Un viaggio curioso e affascinante che racconta la dura vita di bordo, tra le fatiche e i pericoli propri del mestiere, la misera alimentazione e la mancanza di igiene, situazione che si protrasse fino al XIX secolo quando ci fu l’invenzione dei frigoriferi. Il tutto accompagnato dal profumo di una serie di ricette per imparare a gustare la vita in mare.

Per approfondimenti:
Massimo Caimmi —  Il marinaio goloso —  Magenes, 2012

lunedì 18 febbraio 2013

Corso: Uovo di Pasqua decorate con pasta di zucchero


Lunedì 11 Marzo 2013 la chef stellata Iside De Cesare terrà una lezione sulle Uova di Pasqua decorate con pasta di zucchero… presso l’Istituto SAFI ELIS dalle 15:00 alle 19:00. La lezione è rivolta ad un pubblico femminile. Ogni partecipante potrà realizzare sotto la guida della chef una propria creazione.

Il costo della lezione è di €70

Per informazioni e prenotazioni:
d.mazza@elis.org           06-4395349
 
safi.elis.org                      www.laparolina.it

venerdì 8 febbraio 2013

Invecchiamento e rischio di malnutrizione (II parte)



Tra le cause che determinano un apporto inadeguato di nutrienti — malnutrizione per difetto — nelle persone anziane, un ruolo fondamentale è dato dalle condizioni legate all’invecchiamento fisiologico:
  • riduzione dell’appetito;
  • modificazioni a carico dell’apparato digerente;
  • modificazioni dell’assorbimento intestinale.

Riduzione dell’appetito

Con la riduzione delle capacità sensoriali, soprattutto del gusto e dell’olfatto, si ha un conseguente calo dell’appetibilità, che comporta un minore desiderio del cibo da parte della persona anziana. Anche la scarsa igiene orale, il tabagismo o l’utilizzo dei farmaci hanno questo effetto.
Inoltre, il precoce senso di sazietà che la persona anziana sperimenta può essere una conseguenza delle modifiche subite dal tratto gastrointestinale e in modo particolare potrebbe essere dovuto ad alterazioni nelle risposte ormonali che accompagnano l’atto del mangiare.
Un esempio può essere offerto dalla colecistochinina (CCK), ormone rilasciato a livello intestinale in risposta all’assunzione di cibo, che risulta ridurre l’apporto alimentare; alcuni studi hanno evidenziato come i livelli di CCK negli anziani siano risultati aumentati e questo può concorrere a determinare il precoce senso di sazietà.
Un ulteriore fattore capace di incidere sul senso di sazietà è la ridotta velocità di svuotamento gastrico, che a sua volta comporta l’allungamento degli intervalli tra i pasti.

Modificazioni strutturali e funzionali dell’apparato digerente

Queste modificazioni possono interferire con l’apporto nutritivo, infatti si avrà nell’anziano una riduzione della masticazione (conseguente a parodontopatie, carie ed edentulia) e della sensibilità gustativa, tendenza alla xerostomia (secchezza delle fauci) solitamente dovuta all’atrofia delle ghiandole salivari (con la conseguente riduzione della concentrazione delle ghiandole salivarie, quindi delle amilasi), alla perdita della sensibilità delle terminazioni stesse.
Inoltre, a causa della generalizzata riduzione della massa muscolare, può essere interessato anche l’esofago con la derivante disfunzione della fase orofaringea della deglutizione (alterazione della peristalsi).
Sono inoltre frequenti reflussi spontanei gastroesofagei e contrazioni incoordinate.
A livello dello stomaco e del pancreas si ha una riduzione del numero delle cellule e una loro minore capacità secretiva, il che riduce la capacità di digestiva.
Nell’intestino tenue si verifica una riduzione della peristalsi a causa dell’involuzione atrofica della muscolatura.
Il fegato subisce una riduzione della dimensione, del numero degli epatociti, del flusso ematico, delle funzioni metaboliche e della sintesi proteica.

Modificazioni dell’assorbimento intestinale

Con l’avanzare dell’età, l’intestino non subisce importanti modifiche strutturali ma è presente una forte modificazione della sua funzione, ossia l’assorbimento dei nutrienti. Si ha un progressivo assottigliamento della parete, i villi diventano irregolari e rarefatti e le placche di Peyer sono meno appariscenti.
Vi è una riduzione degli enzimi presenti sulla superficie della mucosa intestinale che comporta una ridotta idrolisi dei trisaccaridi e disaccaridi, per cui un alterato assorbimento glucidico. La proporzione di calorie introdotte sotto forma di zuccheri è comunque particolarmente elevata negli anziani.
L’assorbimento dei lipidi, invece, sembra non essere compromesso dall’età.
Per quanto riguarda le proteine, benché non esistano molte informazioni circa il loro assorbimento in età geriatrica, si ritiene generalmente che tale funzione non sia particolarmente compromessa negli anziani.
Queste dunque le cause fisiologiche che negli old e oldest old possono interferire con il normale apporto energetico. È opportuno mettere in evidenza come queste non possono essere da sole la causa di insorgenza di una condizione di malnutrizione e soprattutto dei deficit calorico-proteici che spesso si osservano in età geriatrica, ma devono essere attentamente valutate al fine di programmare interventi preventivi efficaci.

Per approfondimenti:
Articolo scritto per la Scuola di Ancel: www.lascuoladiancel.it

giovedì 31 gennaio 2013

Invecchiamento e rischio di malnutrizione (I parte)





L’innalzamento dell’età media comporta sempre maggiore attenzione alle problematiche che riguardano la persona anziana, attenzione a cui certo non si sottrae lo stile alimentare.
L’invecchiamento è un processo strettamente individuale: ogni persona ha un proprio tempo e modo per invecchiare. È proprio in questa fase della vita che si manifestano più palesemente le differenze tra i singoli individui che devono essere considerate anche nel contesto della società complessa e in continua trasformazione; infatti, le componenti biologiche sono accompagnate da accadimenti fisici, psicologici e spirituali che contraddistinguono tale periodo.
Questa fase è caratterizzata da:
  • una riduzione dei meccanismi di difesa e d’adattamento agli stimoli ambientali;
  • una perdita delle riserve funzionali e dell’efficienza dei meccanismi di compenso per la stabilità del proprio equilibrio interno;
  • un aumento conseguente della possibilità di essere soggetto a malattia e a malnutrizione.
Un’adeguata alimentazione in macro e micronutrienti può favorevolmente condizionare l’evolvere dell’invecchiamento, sia per l’efficienza delle funzioni cognitive sia per sostenere un seppur contenuto livello di attività fisica e, per ultimo anche se non per importanza, una propria autonomia.
La malnutrizione, secondo la definizione data dal Council on Foods and Nutrition dell’American Medical Association, indica «uno stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo, conseguente a discrepanze tra fabbisogni nutrizionali specifici e introito o utilizzazione dei nutrienti essenziali». Può manifestarsi sia per difetto da carenze globali o selettive di energia e nutrienti, sia per eccesso derivante da abitudini alimentari complessivamente e/o particolarmente squilibrate rispetto ai bisogni e allo stile di vita, le quali, se non corrette in modo adeguato, determinano, specie negli anziani, un peggioramento della qualità della vita, nonché un incremento della mortalità.
Prima di addentrarci nelle cause della malnutrizione dell’anziano, è di fondamentale importanza segnalare che con l’età, si assiste a un cambiamento fisiologico degli apparati: i muscoli scheletrici diminuiscono di massa (sarcopenia), le ossa di densità, la massa adiposa invece aumenta. L’elasticità di tutti i muscoli regredisce, per cui a carico del sistema cardiocircolatorio si ha una riduzione della capacità contrattile, atrofia delle cellule muscolari cardiache e diminuzione dell’elasticità delle arterie e delle arteriole per cui aumentano le resistenze periferiche e si assiste a una minor irrorazione di nutrienti e di ossigeno a tutti i tessuti del corpo; i reni perdono la capacità di concentrare le urine, per cui è solito riscontrare squilibri idro-elettrolitici e i polmoni regrediscono nella funzionalità di potersi espandere perdendo l’elasticità con la relativa riduzione della riserva funzionale e capacità vitale.
Cosicché si ha una diminuzione del metabolismo basale dovuto alla riduzione della massa metabolicamente attiva, ossia massa magra, e l’aumento della massa grassa. Essendo i muscoli tessuti idrofili, la loro riduzione comporta la diminuzione dell’acqua totale corporea con conseguente disidratazione dell’organismo.
Proprio a causa della riduzione del metabolismo basale, gli anziani che non riducono l’apporto calorico sono soggetti a un aumento del peso corporeo. Nonostante la presenza di una quota rilevante di anziani obesi, il principale problema nutrizionale in età senile è rappresentato dalla riduzione dell’introito alimentare, dalla perdita di motivazione a mangiare e dalla monotonia dei pasti, in effetti dopo 65-70 anni è abbastanza comune rilevare un calo ponderale in quanto iniziano a non soddisfare il proprio bisogno energetico.
Ecco, allora, come diventa importante analizzare alcuni dei fattori che concorrono all’insorgenza di una condizione di malnutrizione nell’anziano.

Per approfondimenti
Articolo scritto per la Scuola di Ancel: www.lascuoladiancel.it

martedì 8 gennaio 2013

I PEPERATI O I PUPRET’



Vi presento i pupret’, dolci rustici tipici della mia terra natia, San Severo (Foggia).
Un tempo venivano preparati periodicamente dalle contadine e nel periodo natalizio arricchivano le tavole. Oggi, invece, si trovano facilmente in tutti i periodi dell’anno e sono venduti nelle botteghe del pane.
La ricetta originale non prevedeva l’aggiunta di ulteriori ingredienti costosi come le mandorle e il cioccolato fondente, ma oggi ogni paesello del foggiano e ogni famiglia personalizza la sua ricetta. Ecco la mia.

Ingredienti
  • 1 kg di farina di grano tenero tipo 00
  • 350 g di zucchero
  • 150 g di olio extravergine di oliva (di famiglia)
  • 4 uova intere
  • 150 g di mosto cotto di uva o di fichi
  • 200 g di cacao amaro in polvere
  • 250 ml di latte intero
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 2 bustine di vanillina
  • 10 g di cannella
  • 5 g di chiodi di garofano
  • 2 scorze di arancia grattugiate
  • 150 g di mandorle tostate leggermente e tritate
  • 50 g di cioccolato fondente 75% a pezzetti
Preparazione
Versare nella ciotola e mescolare tutti gli ingredienti in polvere, le spezie, le scorze di arancia le mandorle tritate, la cioccolata, le uova e l’olio extravergine d’oliva; aggiungere a filo il mosto cotto e il latte e impastare fino a ottenere un composto omogeneo.
Dare al composto una forma di filone da cui ricavare dei tronchetti per realizzare le ciambelline.
Porre le ciambelline ben distanziate sulla placca foderata di carta da forno e infornarle alla temperatura di 180° per 15 minuti.

Consigli e curiosità
Sono a forma di ciambelline o tarallini, fragranti all’esterno e morbidi all’interno. Durante e dopo la cottura spigionano delicate note speziate.
Possono essere serviti a colazione inzuppati nel latte fresco o come dessert, accompagnati o… perché no? inzuppati con del buon vino moscato rosso.

Proprietà nutraceutiche

Cioccolato fondente
Gli effetti benefici del cioccolato fondente, contenente almeno il 70% di pasta di cacao, provengono dall’abbondante contenuto di polifenoli (le proantocianidine). Queste sostanze sono benefiche sul sistema cardiovascolare: aumentano la capacità antiossidante del sangue, prevenendo la formazione di placche ateromatose e riducendo il rischio di formazione di grumi sanguigni.
Dose quotidiana consigliata: 40 g di cioccolato fondente almeno al 70%.

Cannella
Complessa azione nutraceutica dovuta agli oltre 80 composti aromatici e terpenici.
I principi attivi sono cromo, polifenoli (proantocianidine), aldeide cinnamica chemio protettivo per la carcinogenesi del colon-retto.
Evidenze scientifiche in vitro e in vivo, suggeriscono che la cannella ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antitumorali, antipertensive, antimicrobiche. Inoltre, studi su animali hanno dimostrato forti proprietà ipoglicemizzanti.

Gli agrumi
Oltre all’eccellente fonte di vitamina C e di minerali, gli agrumi contengono numerose sostanze fitochimiche (un gruppo di polifenoli chiamati flavononi), responsabili degli effetti antitumorali e antiscorbuto. Una particolare molecola contenuta negli agrumi, l’esperidina, chiamata anticamente “vitamina P” (P come permeabilità), permette di mantenere integri i vasi sanguigni, aumentando la tonicità e riducendo la permeabilità, che spesso è causa di processi infiammatori, e quindi un valido aiuto nella prevenzione del cancro.


Fonti:
Articolo scritto per la Scuola di Ancel: