giovedì 31 gennaio 2013

Invecchiamento e rischio di malnutrizione (I parte)





L’innalzamento dell’età media comporta sempre maggiore attenzione alle problematiche che riguardano la persona anziana, attenzione a cui certo non si sottrae lo stile alimentare.
L’invecchiamento è un processo strettamente individuale: ogni persona ha un proprio tempo e modo per invecchiare. È proprio in questa fase della vita che si manifestano più palesemente le differenze tra i singoli individui che devono essere considerate anche nel contesto della società complessa e in continua trasformazione; infatti, le componenti biologiche sono accompagnate da accadimenti fisici, psicologici e spirituali che contraddistinguono tale periodo.
Questa fase è caratterizzata da:
  • una riduzione dei meccanismi di difesa e d’adattamento agli stimoli ambientali;
  • una perdita delle riserve funzionali e dell’efficienza dei meccanismi di compenso per la stabilità del proprio equilibrio interno;
  • un aumento conseguente della possibilità di essere soggetto a malattia e a malnutrizione.
Un’adeguata alimentazione in macro e micronutrienti può favorevolmente condizionare l’evolvere dell’invecchiamento, sia per l’efficienza delle funzioni cognitive sia per sostenere un seppur contenuto livello di attività fisica e, per ultimo anche se non per importanza, una propria autonomia.
La malnutrizione, secondo la definizione data dal Council on Foods and Nutrition dell’American Medical Association, indica «uno stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo, conseguente a discrepanze tra fabbisogni nutrizionali specifici e introito o utilizzazione dei nutrienti essenziali». Può manifestarsi sia per difetto da carenze globali o selettive di energia e nutrienti, sia per eccesso derivante da abitudini alimentari complessivamente e/o particolarmente squilibrate rispetto ai bisogni e allo stile di vita, le quali, se non corrette in modo adeguato, determinano, specie negli anziani, un peggioramento della qualità della vita, nonché un incremento della mortalità.
Prima di addentrarci nelle cause della malnutrizione dell’anziano, è di fondamentale importanza segnalare che con l’età, si assiste a un cambiamento fisiologico degli apparati: i muscoli scheletrici diminuiscono di massa (sarcopenia), le ossa di densità, la massa adiposa invece aumenta. L’elasticità di tutti i muscoli regredisce, per cui a carico del sistema cardiocircolatorio si ha una riduzione della capacità contrattile, atrofia delle cellule muscolari cardiache e diminuzione dell’elasticità delle arterie e delle arteriole per cui aumentano le resistenze periferiche e si assiste a una minor irrorazione di nutrienti e di ossigeno a tutti i tessuti del corpo; i reni perdono la capacità di concentrare le urine, per cui è solito riscontrare squilibri idro-elettrolitici e i polmoni regrediscono nella funzionalità di potersi espandere perdendo l’elasticità con la relativa riduzione della riserva funzionale e capacità vitale.
Cosicché si ha una diminuzione del metabolismo basale dovuto alla riduzione della massa metabolicamente attiva, ossia massa magra, e l’aumento della massa grassa. Essendo i muscoli tessuti idrofili, la loro riduzione comporta la diminuzione dell’acqua totale corporea con conseguente disidratazione dell’organismo.
Proprio a causa della riduzione del metabolismo basale, gli anziani che non riducono l’apporto calorico sono soggetti a un aumento del peso corporeo. Nonostante la presenza di una quota rilevante di anziani obesi, il principale problema nutrizionale in età senile è rappresentato dalla riduzione dell’introito alimentare, dalla perdita di motivazione a mangiare e dalla monotonia dei pasti, in effetti dopo 65-70 anni è abbastanza comune rilevare un calo ponderale in quanto iniziano a non soddisfare il proprio bisogno energetico.
Ecco, allora, come diventa importante analizzare alcuni dei fattori che concorrono all’insorgenza di una condizione di malnutrizione nell’anziano.

Per approfondimenti
Articolo scritto per la Scuola di Ancel: www.lascuoladiancel.it

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