martedì 28 febbraio 2012

Le spezie asiatiche: lo Zenzero


Lo zenzero (Zingiber officinale), appartiene alla famiglia delle Zingiberacee. È una pianta perenne strisciante, ha un rizoma carnoso e densamente ramificato, color cuoio, da cui si ricava la spezia, dal quale si dipartono, sia lunghi fusti sterili e cavi formate da foglie lanceolate sia corti scapi fertili, portanti piccoli fiori giallo-verdastri con macchie porporine, raccolti in spighe. Il frutto è una capsula divisa da setti in tre logge contenenti molti semi.
Originario delle foreste tropicali del sud-est asiatico e coltivato in Asia da oltre 3000 anni.

Per migliaia di anni, in Asia hanno utilizzato lo zenzero non solo per insaporire le vivande, ma anche per curare molte malattie.
Raccomandato anche dal medico greco Dioscoride (I sec. d.C.), come rimedio terapeutico per il benessere dello stomaco e come antidoto contro i veleni.

Lo zenzero è diffusa soprattutto in Cina, India e Indie Occidentali, dove venne portato dagli Spagnoli nel XVI sec. Conosciuto dagli antichi Egizi, Greci e Romani, venne probabilmente introdotto nell’area mediterranea dai Fenici e si diffuse rapidamente come spezia da tavola, al pari del pepe.

Uso in Cucina
Lo zenzero ha un’aroma con varie sfumature dolci e ricche. Ha un sapore forte e piccante, si usa grattugiato per spolverarlo su vari cibi sia dolci (marmellate, torte, biscotti, budini, canditi allo zenzero), che salati (pane, zuppe, minestre e condimenti) e molti piatti di verdure asiatici. Nei paesi orientali viene utilizzato per insaporire vini, birre. Molto dissetante è il tè allo zenzero, che si prepara lasciando in infusione in acqua bollente per 5 minuti rizomi freschi ed essiccati.
Può essere utilizzato come decotto del rizoma polverizzato, come radice fresca, da aggiungere a zuppe, minestre, risotti, paste fredde o tisane, come radice candita o tintura.
Lo zenzero è squisito caramellato e ricoperto da granella di zucchero (10g non apportano molte calorie), da provarne il decotto preparato con bastoncini di cannella con aggiunta di fettine di arancio fresco, ottima, infine, è zuppa di verza, zenzero, curcuma, poco pepe e un filo di olio extravergine di oliva a crudo.
 Il rizoma di qualità è sempre turgido e privo di grinze ed il sapore dello zenzero nelle diverse forme deve rimanere pungente.

Dose consigliata
Si consiglia un dosaggio giornaliero di 10g di zenzero fresco a 2-4g di pianta secca.

Principi attivi
I principi attivi sono dati dall’olio essenziale (composto in prevalenza da zingiberene), gingeroli e shogaoli (principi responsabili del sapore pungente), resine e mucillagini, flavonoidi (quercitina, epicatechina, narigenina).
Benefici
-          Digestive; indicata in caso di nausea, vomito e indigestione; Può essere anche un pronto rimedio per la nausea da viaggio, da assumere un’ora prima della partenza. L’effetto anti-nausea sembra essere legato alla sua capacità di bloccare i movimenti più regolari e intensi dello stomaco.
-          Antiossidante; alta presenza di flavonoidi.
-          Antinfiammatorio; utile nelle artriti. La pianta, infatti, riduce la sintesi di quella classe di prostaglandine e trombossani responsabili dei processi infiammatori e del dolore ad essi legato.
-          Antitumorale; in un recente studio è stato esaminato per la prima volta nei topi e nelle cellule tumorali, il metabolismo di uno dei componenti attivi dello zenzero, [6]-Shogaol. È stato dimostrato che alcuni metaboliti risultano essere composti bioattivi capaci di inibire la crescita di cellule tumorali e indurre l’apoptosi nelle cellule tumorali umane.
Avvertenze
Evitare dosi eccessive di zenzero se lo stomaco è già iperstimolato, come un’ulcera peptica. Non va somministrato in presenza di febbre alta e a pazienti con disturbi cutanei di origine infiammatoria.
In gravidanza lo zenzero va usato con molta cautela: può essere comunque assunto per la nausea mattutina.

Chen H, Lv L, et al., Metabolism of [6]-Shogaol in Mice and in Cancer Cells., Drug Metab Dispos. 2012 Jan 13.

Articolo scritto per La Scuola di Ancel; visita anche il sito: http://www.lascuoladiancel.it/

venerdì 24 febbraio 2012

Salute e prevenzione


Appuntamento Salute e prevenzione
 Oggi, Venerdì 24 Febbraio alle ore 18:30, nella sede Alcras in Via Aldo Manuzio, 91 Roma; le Biologhe Nutrizioniste Tiziana Stallone e Mariarosa Di Lella parlano di "Alimentazione e Tumori: prevenire è vivere".
                                                 www.giuseppemazzini.it/conferenze.html

giovedì 9 febbraio 2012

Le spezie mediterranee: il TIMO

Il nome del genere Thymus deriva dall’originale greco thymòs che, tra gli altri, ha anche il significato di “anima, vita, soffio vitale”.
Il timo (Timus vulgaris), appartiene alla famiglia delle Labiate. Il genere di appartenenza annovera ben 350 specie di sempreverdi. È un arbusto perenne con fusti ramosi e sinuosi lunghi fino a 30 cm e piccole foglie opposte e lanceolate. I fiori di colore bianco, rosa, o lilla, appaiono dalla primavera all’inizio dell’autunno riuniti in spighe. Il suo habitat naturale è nei terreni aridi dei litorali.
Le foglie e le sommità fiorite si conservano previa essiccazione in luoghi asciutti e aerati.
Ne esistono numerose specie e sottospecie.

Descritto dagli autori più antichi, fra cui il filosofo greco Teofrasto, il timo era conosciuto, apprezzato e utilizzato in tutto il bacino del Mediterraneo, sin dall’epoca degli Egizi, che lo impegnavano, in particolare, nell’imbalsamazione delle mummie.
I Romani ne ricavavano un vino medicinale che usavano nei sacrifici per gli dei e i soldati si bagnavano nell’acqua di timo per infondersi coraggio e vigore.
I Cartaginesi ne sfruttavano, invece, le proprietà antisettiche e cicatrizzanti per ottenere, mischiando al grasso di capra, una crema per arrestare sangue delle ferite, in battaglia.
Nel Medioevo le dame ricamavano spighe di timo sulle insegne dei loro cavalieri affinchè le virtù eroiche della pianta li accompagnassero in battaglia, rendendoli più forti e invincibili.
In Gran Bretagna, per contro, il timo perdeva le sue caratteristiche battagliere per ingentilirsi e diventare il fiore prediletto delle fate.

Uso in Cucina
Si utilizza sia fresco che essiccato, grazie al suo potere antisettico è ottimo anche come conservante, per tenere lontano la muffa, se aggiunto alle carni, soprattutto affumicate, e alle salamoie; è essenziale nei court-bouillon dei pesci, nelle conserve in salamoia, si adatta molto bene nei ripieni, nelle salse, nelle minestre ed è ottimo aggiunto agli arrosti di carne rosse e nelle marinature di carne e pesce.
Principi attivi
Olio essenziale costituito principalmente da timolo e carvacrolo, tannini, resine, polifenoli come la luteolina molto rappresentata nel timo.

Benefici
Studi preclinici hanno dimostrato che la luteolina svolge un’azione anti-ossidante, anti-infiammatoria, anti-microbica ed anti-tumorale. Si è potuto osservare che la luteolina ha una forte capacità di inibire l’angiogenesi e di indurre l’apoptosi, svolgendo così una chiara attività di prevenzione.
Curiosità
Numerose specie sono piante mellifere, il miele prodotto è particolarmente profumato, per cui viene utilizzato anche in profumeria e nella produzione di saponi.
López-Lázaro M., Distribution and biological activities of the flavonoid luteolin., Mini Rev Med Chem. 2009 Jan;9(1):31-59. Review

Articolo scritto per La Scuola di Ancel; visita anche il sito: http://www.lascuoladiancel.it/